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La rivoluzione del riutilizzo: l'esempio di Patagonia

Giovedì 11 Febbraio 2016
Annalisa Aloisi

La filosofia di Mercatopoli è molto semplice e si può riassumere in una sola frase: ciò che non serve a te può servire a qualcun altro. Molti degli oggetti che possediamo non ci servono, alcuni non ricordiamo neppure di averli. Eppure sono un capitale inutilizzato e sprecato, che possiamo vendere e riutilizzare. 

Come si è evoluto il mondo dell'usato? 

Per questo motivo gran parte dei nostri sforzi tende a far conoscere alle persone questi nuovi modelli di consumo che stanno sempre più prendendo piede. Il mondo dell’usato ha sempre sofferto di una ingiustificata sanzione sociale legata ad una visione errata del frequentatore medio di un mercatino dell’usato come di una persona in difficoltà economica e della merce come scadente o consumata.

La realtà è ben diversa e in molti se ne stanno rendendo conto. La selezione fatta degli oggetti esposti nei negozi dell’usato assicura un’elevata qualità della merce. L’intermediazione di realtà serie e consolidate come Mercatopoli sono sinonimo di sicurezza e trasparenza.

Da un punto di vista socio-economico inoltre i frequentatori dei negozi dell’usato sono giovani e hanno un buon reddito. Non è quindi il fattore economico quello che spinge verso l’usato, quello è forse il fattore meno importante.

Come dice il nostro Alessandro Giuliani: “Non è tanto la crisi che ha generato questo fenomeno di mercato, quanto l'evoluzione culturale che questa crisi ha generato. Un'evoluzione culturale che porta alla consapevolezza, per le persone, che è necessario essere più attenti e valutare tutte le opzioni, verso una società che sposa valori di pacatezza, ponderazione e di equilibrio e lascia, piano piano, le peculiarità di ostentazione, sfoggio e boria che l'hanno caratterizzata negli anni passati. Una società sempre più attenta alle opportunità di risparmio, all'ambiente e alla salute e sempre più orientata a prodotti green.”

riutilizzo ed ecologia

Esempi illustri di riuso e riutilizzo: Patagonia

Questa è la nostra battaglia, per questo siamo sempre felici di vedere che anche le grandi aziende stanno iniziando un processo di profondo cambiamento. Un esempio tra tutti: Patagonia, il grande marchio di abbigliamento outdoor.

Patagonia ha lanciato una proposta che, per le comuni leggi di mercato, potrebbe sembrare del tutto fuori luogo, ma che è in realtà rivoluzionaria: diventiamo tutti ambientalisti radicali. Come? Riparando i capi Patagonia che per i più svariati motivi avessero subito dei danni, utilizzandoli fino in fondo

“Come singoli consumatori, una delle cose più responsabili che possiamo fare per tutelare il pianeta è prolungare la vita delle cose che già utilizziamo. Il semplice gesto di far durare più a lungo i capi che indossiamo, avendone cura e riparandoli quando necessario, consente di non doverne acquistare di nuovi, evitando così di generare le emissioni di CO², la produzione di scarti e di rifiuti e il consumo di acqua associati ai cicli produttivi del settore tessile.

Perché riparare è un atto così radicale? Per molte persone, riparare qualcosa che si potrebbe anche scegliere di buttare via è un'idea quasi inconcepibile, soprattutto in quest'epoca che celebra moda e sviluppi tecnologici a getto continuo. Eppure, avrebbe un impatto sbalorditivo. Noi di Patagonia lavoriamo sodo per produrre capi di abbigliamento di alta qualità, realizzati con materiali eco-sostenibili; indumenti resistenti e che possono essere riparati e offriamo una garanzia che copre l'intera vita del prodotto.

Gestiamo lo stabilimento per riparazioni più grande del Nord America (con all'attivo circa 40.000 interventi nell’anno in corso) e abbiamo anche formato il personale dei nostri punti vendita affinché sia in grado di gestire i lavori di riparazione più semplici (con l'aggiunta quindi di altre svariate migliaia di sistemazioni).

Acquistando solo ciò di cui hanno realmente bisogno, a lungo termine, i clienti possono contribuire concretamente a ridimensionare l'imperante consumismo globale. Facendo così di un acquisto un investimento che consenta di risparmiare denaro, e contribuendo a salvare il pianeta. (Rose Marcario, Patagonia CEO

consumo intelligente e riutilizzo

Patagonia è l’unica azienda di abbigliamento a chiedere ai propri clienti di non acquistare ciò di cui non hanno bisogno, non vi sembra davvero qualcosa di rivoluzionario? Se lo possono permettere, dite? Sì forse è vero. È un’operazione di marketing raffinata? Anche, probabilmente. Ma è anche un appello al consumo intelligente e moderato che anche noi di Mercatopoli, seppur diversamente e in un ambito diverso, sosteniamo da sempre.

Non ci paragoniamo certo a Patagonia, sia chiaro, ma quanto ci piace il loro nuovo approccio? E voi cosa ne pensate?