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Antico Egitto, un viaggio nei suoi misteri

Domenica 19 Gennaio 2014
Andrea Giongo

Non so se abbiate mai avuto la sensazione che nella storia dell’uomo studiata alle elementari, qualcosa non tornasse. Dopo un breve viaggio nelle ere preistoriche, questo ometto, che dopo mille peripezie scimmiesche diventa finalmente Sapiens Sapiens, si ritrova, ancora nel 5.000 A.C., a fare il cacciatore raccoglitore. Tutta la storia dell’evoluzione dell’uomo, questa creatura infinitamente variegata, vitale e complessa, si esaurirebbe in poche migliaia di anni.

A confortarci vengono in nostro aiuto i miti, che parlano di epoche antiche e inimmaginabili, citano Atlantide, descrivono civiltà incredibili e diluvi universali che le hanno spazzate via, mettendo provvisoriamente un punto nell’evoluzione della razza umana.

Tutte cose che, stando a quel materialismo pieno zeppo di polvere della scienza moderna, secondo cui ciò che non si può dimostrare non esiste, non sono che storie di fantasia.

Ma ci riproviamo: grazie a studiosi come Peter Kolosimo (lettura, se non proprio leggerissima, estremamente interessante) la versione “scientifica” dell’evoluzione inizia a riempirsi di falle: incongruenze inspiegabili, come antiche statuette che sembrano ritrarre astronauti o batterie elettriche risalenti ad epoche precristiane; ma anche “congruenze” inspiegabili, come quelle tra le culture di popoli che non avrebbero mai potuto comunicare tra loro, date le incolmabili distanze geografiche.

Se, di fronte a tutto questo, la versione del mio vecchio sussidiario palesa con decisione la propria limitatezza, per i molti che si sono cimentati nel collegare i puntini tra archeologia e mito, il passo dalle interpretazioni alle più strampalate fantasie è certamente stato breve.

Solo in tempi più recenti, avvicinandomi alle tecniche di meditazione e al raja yoga, sono venuto a conoscenza dell’esistenza della letteratura teosofica e di testi – serenamente al di fuori della minuscola cerchia dell’attendibilità scientifica – che riportano con un dettaglio incredibile l’evoluzione della razza umana attraverso un tempo e una storia che sicuramente non possiamo considerare a portata di mano.

Pur nel mio piccolo, ho poi potuto constatare su me stesso come l’applicazione costante di tecniche di meditazione possa modificare in maniera oggettiva la sensibilità di una persona e con essa la percezione che questa ha del mondo.

Non mi stupisce quindi che una persona come Massimo Rodolfi, storico di formazione, scrittore, editore, fondatore dell’Associazione Atman e della scuola Energheia – tra le più importanti di Italia nel campo dello yoga – e relatore, tra l’altro, di convegni sull’Antico Egitto, possa affermare di valersi di percezioni particolari e della cosiddetta “visione sottile”, o chiaroveggenza, che si consegue in fasi avanzate del percorso yogico.

Con curiosità ho partecipato alla prima edizione del convegno “Oltre il velo... I misteri esoterici dell’antico Egitto svelati dagli occhi di un chiaroveggente”, che verrà riproposto a Modena in data 25 e 26 gennaio 2014 (informazioni reperibili sul portale Yoga vita e salute), rimanendone estremamente colpito.

Con un riferimento costante alla propria esperienza diretta, maturata anche sul posto, Massimo Rodolfi apre porte e collegamenti inaspettati tra l’Egitto e le antiche civiltà, collocando in maniera finalmente coerente questa civiltà nella storia, chiarendo casi irrisolti, come le tecnologie impiegate nella costruzione delle piramidi, la loro datazione e la loro effettiva funzione, non trascurando affascinanti analogie tra i complessi architettonici e la natura divina dell’uomo, ben nota ai tempi degli antichi egizi e intimamente presente in una cultura che eredita i fasti di epoche dimenticate.




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