Arrivi in ritardo? Sei ottimista ed efficiente!
Guardo l’orologio sono le 14.30, devo essere a casa di mia cugina per le 15.00, in una decina di minuti dovrei farcela (di solito ci metto un quarto d’ora ma chi lo dice che magari questa volta trovo tutti i semafori verdi?), quindi ho tutto il tempo per spazzare i pavimenti, passare lo straccio e fare una doccia. Senza lavarmi i capelli però! Peccato che questo pensiero mi solletica la mente nel momento preciso in cui sento l’acqua che mi scorre sulla faccia.
Vabbeh, accantono il pensiero e mi crogiolo sotto l’acqua: è così piacevole. Esco dalla doccia che sono le 14.59. Ma ancora non riesco a capacitarmi dell’idea di essere in ritardo. “secondo me ce la faccio” penso mentre cerco il phon. Poi mi ricordo che lo avevo buttato via perché lanciava preoccupanti scintille. Mi strofino per bene il capelli con un asciugamano e intanto accendo la piastra: per stavolta me li asciugo con quella.
Mi arriva un messaggio “dove sei finita?” Rispondo mentre sono alla ricerca di 2 calzini uguali nel cassetto “sto uscendo di casa, scusa, un imprevisto.”
Il fatto è che ci credo davvero che sto per uscire di casa, devo solo finire di vestirmi, pettinarmi e buttare la spazzatura... dovrei anche passare dal vicino a restituirgli l’uovo che mi aveva prestato (non sono arrivata a fare la spesa), per stavolta lascio perdere lo farò quando torno. Tanto avrò tutto il tempo di tornare a casa, preparare la merenda a mia figlia, uscire di casa, consegnare l’uovo e correre a prenderla a scuola entro le 16, no?
Ovviamente no. Non so come con mia cugina ci ho messo più di quello che pensavo e ora mi tocca correre a scuola! Prendo un panino al volo al panificio vicino e faccio lo slalom tra i bambini che escono: sono arrivata in tempo anche questa volta.
La sera, a casa, mio marito mi guarda e mi fa “come mai così stravolta?” “ho corso tutto il giorno, ma sono riuscita a fare tutto!” “Ma pianificare meglio le tue giornate?”
Pianificazione. Pianificazione?! Io che a malapena riesco a programmare di andare dalla cucina al bagno senza perdermi in pause intermedie (e ci saranno si e no 10 passi tra una stanza e l’altra)? Lo guardo con quello che io considero uno sguardo accondiscendente ma che lui ribadisce sia un sorriso da triglia. “non posso farci niente” dico “io sono ottimista”.
Ottimismo? E cosa c’entra l’ottimismo con l’essere perennemente in ritardo? Centra. Perché un ottimista non prende in considerazione l’idea che può non farcela ad arrivare da qualche parte. L’ottimista riesce a convincersi che se un treno ci mette un'ora per arrivare da A a B, quando lo prenderà lui ci metterà quaranta minuti, perché ogni tanto capita che un treno arriva in anticipo no? Il problema è che non lo scoprirai mai: quel treno lo ha perso perché è arrivato tardi in stazione: ha incontrato sulla tua strada più semafori rossi di quelli che pensava.