Michela Bottoni: a Firenze si mette in moto la fantasia.
L'arte del riuso consegna ai nostri figli un'arma in più per combattere l'inquinamento dovuto alla difficoltà di smaltimento di certi materiali. Proprio in questo senso lavora Michela Bottoni, assieme alla prof.ssa Nocentini dell' Accademia di Firenze.
Avete mai pensato di realizzare abbigliamento con della carta già utilizzata per delle fotocopie? Quale materiale può sostituire l'uso della pelle animale? Cosa ce ne facciamo della plastica da buttare?
Michela ha dato una risposta a queste domande e ha realizzato una serie di oggetti davvero curiosi e interessanti.
• Michela, come ti è venuta l'idea, cosa o chi ti ha ispirata?
L’idea di utilizzare materiali di recupero mi è venuta immediatamente dopo aver seguito, in Accademia a Firenze, i corsi della prof.ssa Angela Nocentini, la quale, pur insegnando anatomia, già da tempo si occupava della tematica del riuso, degli sprechi eccessivi nel mondo ‘civilizzato’ sia in termini di materiali, che in ambito alimentare.
Il primo corso al quale partecipai prevedeva la produzione di abiti, accessori e gioielli in camera d’aria, materiale altamente inquinante, che ora non è più previsto per la costruzione di pneumatici, quindi il problema dello smaltimento è reale. È un materiale gommoso, abbastanza rigido affine, per alcune caratteristiche, alla pelle animale, quindi particolarmente adatto alla produzione di cinte e borse.
Io cucii un cappotto elegante da donna che rimandava, nelle forme, ad un frac, con tanto di cilindro e borsa coordinata. L’anno successivo progettai, con la carta (fogli A4, di quelli che si usano banalmente per le fotocopie) l’intero ‘guardaroba’ per un gruppo di circensi immaginari, dal pagliaccio alla trapezista, passando per il lanciatore di coltelli e la sua assistente. I risultati furono sorprendenti, migliori di quelli che avrei immaginato di poter ottenere.
• Qual'è lo scopo, la missione e l'idea che sta alla base di tutta la produzione?
Lo scopo è un po' quello di allungare la vita del materiale, indubbiamente ci sono delle cose che sono da buttare e basta, ma altre possono essere ancora utilizzate, valorizzate, perché hanno in sé qualcosa di bello e di sorprendente, rispetto al loro utilizzo abituale. Del resto, il compito dell’arte è da sempre quello di rendere più bello il mondo e fornire un diverso punto di vista sulla realtà.
Vi consigliamo di visitare il sito di Michela, dove vengono riportate tutte le sue creazioni. Gioielli, abbigliamento e tutti gli altri progetti inerenti alla cultura del riuso creativo.
È stato un vero piacere conoscere l'intero lavoro di Michela: sapere che esistano ragazzi con così tanta voglia di fare per il benessere dell'ambiente accende in noi un piccolo lume di speranza. L'entusiasmo e la voglia di fare premiano sulle lunghe distanze, l'importante è crederci e non mollare mai, lasciandosi ispirare dalla creatività e dalla fantasia che possediamo dentro di noi.
Non ci resta che augurare un futuro radioso a Michela e ai suoi colleghi dell'Accademia di Firenze, nella speranza che possano contagiare con le loro idee ancora un sacco di coetanei. Un ringraziamento particolare e tanta stima per la Prof.ssa Nocentini che, con pazienza e dedizione, infonde la cultura del riuso nelle giovani e fertili menti degli studenti dell'Accademia.