Stephen King: 5 motivi per cui non credo in un ghost writer
Oggi esce Mr Mercedes, il nuovo libro di Stephen King. Dovrebbe insomma, il 30 settembre era la data ufficiale, ma visto che siamo in Italia e tutti fanno un po’ quello che gli pare in molte librerie era già presente nei giorni scorsi.
Lo ho già detto, devo ripetermi? Adoro Stephen King di un amore platonico ma totale. Sono quel genere di persona che potrebbe leggere con interesse anche la sua lista della spesa. Ho letto tutti i suoi libri, alcuni più volte, altri fortunatamente li ho letti tantissimo tempo fa, perché con la maternità sono diventati off limits (Pet Sematary e Cujo per dirne un paio).
I suoi libri li ho amati tutti, ognuno per un motivo diverso. Con lui ho riso, pianto, sospirato e, come è giusto, tremato; perché quando c’è da far paura come lui nessuno mai.
Avevo accolto con terrore la notizia, di qualche anno fa, che avrebbe smesso di scrivere. Mi sentivo tradita: come poteva fare una cosa del genere a me? Poi però è uscito un altro libro e un altro... e un altro ancora. Una produzione infinita di parole. C’è chi dice che non è più lui a scrivere, che un ghost writer ha preso il suo posto. In effetti lo stile è cambiato. Ma sono anche passati quarant’anni da quando, nel 1974, è uscito Carrie, il suo primo romanzo. Insomma io non riesco a essere uguale a me stessa dalla mattina al pomeriggio, come potrebbe un uomo esserlo per quasi mezzo secolo?
Mi sono interrogata sulla questione ghost writer si o no? E queste sono le conclusioni a cui sono arrivata.
1. Perché dovrebbe? Questa è la domanda principale, che chiunque dovrebbe porsi prima di muovere delle accuse: se fai una determinata azione, lo fai per ottenere un determinato risultato.
2. E allora si arriva al punto 2: lo fa per soldi? Siamo seri; non è un Free Lance precario da dieci euro ad articolo che ha bisogno di arrotondare. Un libro in più fa la differenza?
3. Arriviamo al punto 3: fama? Chi non lo conosce? Che piaccia o meno, il suo nome è legato a una serie infinita di ricordi. Quante persone metterebbero una mano in un tombino in una giornata di pioggia? E tutto questo grazie a lui. Non ha bisogno che ci venga ricordato il suo nome: Stephen King ormai è nella storia.
4. Quindi lo fa per scommessa? Me lo immagino, un po’ con sua moglie: dai questo libro che hai scritto tu, facciamo che lo pubblichiamo con il mio nome e vediamo se qualcuno se ne accorge?
5. Oppure per buon cuore? Un suo lontano parente gli dice “Ascolta, ho scritto un libro che secondo me è proprio bello, ma non se lo fila nessuno, facciamo che tu ci metti una firmetta e poi dividiamo le entrate?" Dai. Non ce lo vedo.
Io mi immagino più Stephen King che raccoglie e mette insieme mille pensieri confusi che hanno bisogno di essere riorganizzati. Me lo immagino un po’ così perché lo faccio io e mi piace l’idea di avere qualcosa in comune con lui.
Si sa, lo ha già fatto: scrive libri e poi li butta via, chissà quanti suoi romanzi sono andati persi? Forse ora pubblica semplicemente tutto quello che produce, senza censure.
Io scrivo delle meraviglie, mentre stendo, mentre sono in fila al supermercato, mentre sono in bagno, solo che lo faccio nella testa, poi quando cerco,in un secondo momento, si trascrivere queste idee su carta, perdono spessore, sono diverse, non più così belle. E più ci penso, più diventano sottili. Forse anche per lui è così, immagino Tabita, la sua musa da sempre, pronta con una penna in mano o un registratore in una tasca (lo immagino a cassette, grosso, molto retro’) a raccogliere diligentemente le sue idee. Forse moglie e figli fanno questo, impediscono che queste idee periscano prematuramente.
Immagino Stephen che scrive con la sua vecchia macchina da scrivere, storie complete ma ancora rudimentali. Magari è questo che fanno i suoi ipotetici ghost writer, limano, intagliano ed estraggono il diamante dalla pietra.
Forse è così o forse non è niente di tutto questo. Quello che è sicuro è che non lo scopriremo mai. Aspettiamo ogni suo libro, chiedendoci se sarà un capolavoro alla stregua di It o dell’Ombra dello scorpione. Sicuramente sarà un libro speciale, sta a noi scoprirne i motivi.
Con questi pensieri nella testa mi appresto ad andare in libreria per comprare Mr Mercedes. Perché, sia quel che sia, i suoi libri li voglio tutti sullo scaffale.