BdiBlogger: la mia esperienza e i consigli degli esperti
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Il mio BdiBlogger. Manca solo il titolo accattivante

Domenica 16 Novembre 2014
Stefania D'Elia

Una bellissima (e stancante) giornata quella di sabato 15 novembre in quel di Bolzano, si è svolto infatti, in una delle sale dei Sheraton, il Bdiblogger. Finalmente anche nella nostra regione è stato organizzato un evento tutto dedicato ai blogger, alla sinergia che unisce la rete e a quella (ancora acerba) tra blog e aziende. Tanto c’è da fare, ma passo dopo passo sono sicura che si arriverà lontano. Un grazie speciale va a Patrizia Balzamà e Luana di Maio che hanno creduto abbastanza in questo progetto da rompere le scatole ad un numero sufficientemente alto di persone da poterlo finalmente vedere attuato.

Filo conduttore di tutta la giornata è stato lo scambio di competenze, l’unico vero motore che spinge l’intero universo della rete: spesso non si parla di “furto di idee” ma di un miglioramento di quello che è già presente.

Certo, a volte il furto c’è e infastidisce: ma proviamo a vedere le cose da un altro punto di vista, se un’idea viene copiata significa che siamo arrivati prima, siamo stati bravi! (Insomma prima datevi una pacca sulle spalle, poi partite all'attacco!) 

Un piccolo Ot che spero mi perdonerete: Un bel po’ di tempo fa, parlando all’interno di un gruppo su un social Network, una ragazza (decisamente molto brava) ha accennato al fatto che si occupava delle gestione eventi per diverse aziende, cosa che in parte faccio pure io. Ero nuova del campo e mi muovevo in un terreno completamente inesplorato.  Non ho resistito, le ho scritto subissandola di idee, richieste di consigli, immaginando una lunga amicizia basata su uno scambio reciproco di idee ed esperienze. Ci sono quindi rimasta male quando mi ha accusato di voler fruttare la sua professionalità senza pagare. Ho chiesto scusa, mi sono vergognata tantissimo per la gaffe fatta e non mi sono più fatta sentire. E non ne ho mai parlato con nessuno (fino ad ora).

 Ciò nonostante credo molto nella condivisione, anche grazie al mio capo e mentore Alessandro Giuliani, che non ha mai lesinato consigli e aiuti a nessuno. Posso fare poco, ma quel poco di conoscenze che ho appreso in 2 anni di lavoro sul web le ho sempre condivise volentieri.

E al BdiBlogger si è parlato anche di questo: di condivisione. E’ con questo spirito che condivido con gioia quello che ho appreso in queste ore. Però tenete presente una cosa molto importante: questo è quello che ho capito io imperfetto e forse pressapochista, che rende davvero poca giustizia alla professionalità degli esperti intervenuti.

Andando in ordine di apparizione il primo intervento è di Sebastiano Zanolli. Per chi non lo conoscesse, è un grande: bravo, coinvolgente, spiritoso... che ne è uscito vincitore dall’eroica sfida di coinvolgere il pubblico assonnato delle 9 di mattina.

Il secondo esperto intervenuto non è stato da meno. Alessandro Giuliani (che ha raccontato qui la sua esperienza al BdiBlogger), ha parlato dell’anatomia di un blog. Entrando un po’ più nel tecnico, ha raccontato di quanto sia importante trovare un proprio argomento e mantenerlo nel tempo. Se si vuole essere credibili bisogna essere costanti. Questa cosa ripaga anche in termini di visibilità sui motori di ricerca.

Siamo poi stati intrattenuti da Riccardo Esposito (verso cui ho una personale venerazione), non solo molto bravo ma anche estremamente disponibile a rispondere ai dubbi di una perfetta sconosciuta (l’avevo interpellato mesi fa, alla ricerca di consigli per uscire da un periodo di bassissima autostima); e Lorenzo Viscanti.

E’ toccato poi a Simone “purtroppo” Magnani che ha parlato di ironia nella rete. Visto l’argomento secondo voi ho resistito alla tentazione di attaccarmi alla sua gamba supplicandolo di adottarmi? Si, ma lo confesso... ho fatto un’estrama fatica ed ho estorto la promessa che risponderà alle mie mail.

Giusy Barbato e Flavia Rubino, hanno fatto degli interventi più tecnici e hanno affrontato due temi davvero interessanti: l’evoluzione dei blog e il loro rapporto con le aziende.

Volendo guardare, nella rete di blog ce ne sono tantissimi, forse anche troppi. Chiunque con delle conoscenze basilari di internet è in grado di aprire un blog (e con basilari intendo che se io ci sono riuscita, potrebbe riuscirci anche il vostro gatto di casa). La cosa più difficile è avere cose interessanti da dire: il mondo della rete è costellato di banalità, di tante cose tutte uguali. Vuoi emergere? Devi essere originale. O meglio devi saper tirare fuori quella parte di te che ti rende unica ed inimitabile. Si perché il “trucco” è  presentarsi senza trucco. Sapersi creare la propria nicchia speciale e crederci.

Spesso la tentazione di copiare è forte. E non sto parlando di copiare contenuti, ma stili di scrittura. Ma è sbagliato. Ci si può ispirare (proprio come succede con i contenuti, e non lo si dice mai abbastanza, un link, un grazie e un saluto sono indice di educazione e buona fede.) ma bisogna avere soprattutto il coraggio di essere originali.

Capire la propria nicchia è importante perché ci permette di focalizzare la nostra attenzione verso chi è potenzialmente interessato a quello che diciamo. Questo ci rende forse un po’ più commerciali e meno spontanei, ma è lo scotto da pagare per cercare di trasformare un blog da puro passatempo a qualcosa di più. Ma attenzione: questo non significa snaturalizzarsi, significa solo acquisire una maggiore coscienza di quello che si sta facendo.

A questo proposito bisognerebbe parlare di SEO e parole chiave. Argomento lungo e per quello che mi riguarda decisamente ostico, che rimando ai più esperti. Un solo consiglio veloce: identificate le parole chiare e usatele senza timore. Nel testo ma soprattutto nel titolo.

Il titolo. Il titolo identifica l’articolo è la prima cosa con cui il lettore entra in contatto. Lo vogliamo interessare? Un titolo deve essere:

1. Chiaro (si deve capire di cosa parlerà l’articolo)

2. Accattivante (deve attirare l’attenzione del lettore)

3. Deve piacere a Google: e qui non ci scappi, ti tocca. Usa le parole chiave e rispetta le sue regole, altrimenti rischi di ritrovarti in fondo ai motori di ricerca.

Un blog ha il grande vantaggio di essere personale, di poter parlare di aziende e prodotti sotto il profilo umano, il che non è davvero poco, bisogna sfruttare questa potenzialità e soprattutto farla capire alle aziende.

Cosa bisogna fare quindi per essere appetibile per un’azienda? Si ritorna al discorso di prima: bisogna essere riconoscibili. In questo modo è possibile diventare un punto di riferimento per i lettori, che, pensandoci, è davvero una grossa responsabilità.

Altro? Parla di quello che conosci e rivolgiti ai tuoi lettori e, come consiglia Simone Magnani: scrivi con il sorriso. Anche se sei dietro uno schermo un sorriso si vede.

Vuoi aprire un blog quindi? Trova la tua storia da raccontare. Trova il tuo talento e rendilo il tuo punto di forza. Sii originale e unicamente te stesso. Leggi tanto, impara, immagazzina idee. Io ho sempre un quaderno a portata di mano in cui raccolgo gli spunti. Non sai mai dove potrebbero nascere le idee: da una frase sentita alla tv, da un pensiero che attraversa la mente mentre sei in macchina con il cervello in stand by, guardando qualcosa che si muove davanti a te. Il bello delle idee è che se ne dai loro la possibilità germogliano e crescono. Spesso hanno bisogno solo di una grossa dose di fiducia.




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