Epifania: le origini, la storia
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Epifania: le origini, la storia

Lunedì 05 Gennaio 2015
Annalisa Aloisi

"La Befana vien di notte, con le scarpe tutte rotte, con le toppe alla sottana, viva viva la Befana!"

Il 6 gennaio è la festa dell’Epifania, della visita dei Re Magi alla Sacra Famiglia a Betlemme. Ma è anche una festa del tutto diversa che ha origini molto più antiche.

Dal punto di vista religioso Epifania deriva dal greco “epiphàneia”, apparizione o rivelazione, e risale addirittura al II secolo d.C., quando si festeggiava il battesimo di Gesù, momento in cui una setta cristiana riteneva che fosse avvenuta l’incarnazione del Cristo. Solo nel V secolo fu poi adottata dalla Chiesa di Roma, come ricorrenza della visita dei Magi.

Ma chi sono i Re Magi? Nella tradizione cristiana si tratta di membri della casta sacerdotale persiana, astronomi e astrologi, discepoli di Zoroastro, giunti da Oriente per adorare il re dei Giudei appena nato. Figure religiose potenti quindi, giunte da oriente per onorare il Cristo e portargli grandi doni.

E la Befana? Quella strana vecchina, il cui nome in fondo non è che una storpiatura di Epifania, chi è? Racconta la leggenda che quando i Magi passarono dalla sua casa, andando verso Betlemme, lei rifiutò di andare con loro, troppo presa dalle sue faccende.

Una volta che furono ripartiti però, si pentì di averli lasciati andare e, raccolti in dono per Gesù dolci e biscotti, fece per seguirli, ma non riuscì a raggiungerli. Fu così che iniziò a bussare a tutte le porte e a lasciare doni ai bambini nella speranza che uno di loro fosse proprio Gesù. Da allora, ogni dodicesima notte dopo il Natale, la Befana ritorna e lascia ai bimbi buoni dolci e biscotti.

Tutti conoscono la Befana, ogni zona d’Italia ha la sua particolare tradizione, la sua strana vecchina a cavallo della scopa. Ma conoscete le origini magiche precristiane dell’Epifania? Come molte delle festività cristiane anche in questo caso ritroviamo molte delle tradizioni contadine.

La Befana, vecchia e vestita di stracci rappresenta la natura ormai spoglia, che porta via con se l’anno passato. Per questo si usava, e si usa tuttora sotto altre spoglie, bruciare questa figura sacrificale come buon augurio per l’anno appena iniziato.

Gli antichi Romani ritenevano che nelle dodici magiche notti dopo il solstizio d’inverno fantastiche figure femminili volassero sui campi appena seminati per benedirli. Guidate da Diana, la dea lunare legata anche alla vegetazione, o da Satia (sazietà) o Abundia (abbondanza) celebravano la rinascita della natura.

Ancora più anticamente la notte del 6 gennaio Madre Natura stessa, con le sembianze di una strega vecchia e benevola, volava sopra i tetti con una scopa, pronta ad essere bruciata come un ramo, e a rinascere come nuova, come la luna, come ogni anno tutta la vegetazione e i raccolti. Prima però lasciava doni e dolci a tutti. Ancora oggi in molte regioni si svolgono riti rumorosi e divertenti, simili a quelli di Carnevale, che inizia infatti il 7 gennaio, si accendono fuochi e si bruciano fantocci di paglia a forma di vecchia.

E voi? Festeggerete l’Epifania? Quali sono le usanze della vostra zona? Raccontatecele, facciamo un viaggio intorno alla nostra bella Italia.