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Collezionismo a Mercatopoli, perchè ci piace tanto?

Lunedì 17 Agosto 2015
Annalisa Aloisi

Quando l’altro giorno stavo guardando la tv una pubblicità mi è saltata all’occhio: quella della collezione di monete della lira. Una bella collezione, non c’è che dire, ma dov’è il divertimento? Perché penso che nessun collezionista che si rispetti acquisterebbe mai una collezione fatta e finita, tantomeno di riproduzioni. E a Mercatopoli lo sappiamo bene.

Mercatopoli è un forziere pieno di sorprese per tutti i collezionisti, qualsiasi sia la mania che li spinge alla ricerca dei pezzi più rari e introvabili. Le persone infatti collezionano davvero qualsiasi cosa, dalle cose più banali e insolite a quelle più preziose, antiche, importanti. E si va dal collezionista d’arte al collezionista di etichette dell’acqua minerale. Certo due mondi opposti ma mossi da una passione simile.

È una passione che nasce nell’infanzia, verso gli 8 anni, e che spesso ci portiamo dietro fino all’età adulta. Ma è appunto una passione che va coltivata attraverso la ricerca, la catalogazione, lo studio in alcuni casi. Questa è l'idea che ho sempre avuto del collezionismo e che, conoscendo il mondo Mercatopoli, sto scoprendo in tutte le sue sfaccettature.

Gabriele Melli, psicologo dell’Istituto di Psicologia e Psicoterapia Comportamentale e Cognitiva di Firenze, calcola che almeno un adulto su tre abbia la tendenza a collezionare qualcosa, anche se un collezionista è qualcos’altro. Un collezionista ha un’importante raccolta degli oggetti, oggetti di cui parla con chiunque possa condividere la sua passione, occupa il suo tempo e il suo conto in banca. I veri collezionisti dunque sarebbero circa 1 su 8 in Italia.

«Se non ci fossero i collezionisti non esisterebbero i musei. Eppure gli stereotipi descrivono chi acquista compulsivamente migliaia di opere d' arte come un individuo perverso e maniacale; un Narciso seduttore in cerca di conferme. Io lo definirei piuttosto una persona che vuole possedere la bellezza ed esserne l' eterno amante» dice Alessandra Mottola Molfino, museologa, direttrice centrale dei musei milanesi «Io penso che i collezionisti siano niente meno che gli inviati da Dio per aiutare i musei. In comune hanno la tendenza a riordinare il mondo e a classificarlo, come gli scienziati, ma non per un patologico desiderio di onnipotenza quanto per un desiderio di immortalità, comune a tutti, del resto; con la differenza che loro sono stati in grado di realizzarlo». L’ammirazione per il collezionista non poteva essere espressa in modo più entusiasta.

Inoltre collezionare oggetti ha degli importanti risvolti positivi sulla psiche che non possono essere sottovalutati. Ecco quali:

Ovviamente il confine con la patologia è molto labile. Se la collezione è diventata più accumulo disordinato che precisa archiviazione di pezzi selezionati allora forse c’è un problema. L’importante è come sempre non farsi prendere la mano e non esagerare.

E tu che cosa collezioni? Hai mai trovato un pezzo importante per la tua collezione a Mercatopoli? Qual è il pezzo più prezioso della tua raccolta? Raccontacelo sulla nosra pagina Facebook.