Case di riposo green: un'idea da Singapore
L'Italia è un Paese che non cresce, sia in termini economici che in termini di piramide demografica rovesciata. La vita si allunga e le nascite si azzerano! E allora cosa fare per mantenere la generazione degli anziani una generazione attiva?
C'è un progetto che arriva da Singapore e che meriterebbe di essere preso in considerazione anche nel Belpaese. Nell'isola che ospita la metropoli asiatica lo studio di architettura Spark ha presentato un progetto davvero rivoluzionario: la Homefarm, casa di riposo per anziani dove si soggiorna, occupandosi del giardino e dell'orto.
L'iniziativa ha ovviato a due problematiche che attanagliano la realtà urbana: il crescente invecchiamento della popolazione e la forte necessità di ospitare spazi verdi produttivi. Qui - è bene ricordarlo - la maggior parte dei prodotti viene importata.
Un ambiente sostenibile ed autosufficiente
Così è nato il progetto green che si avvale di un sistema di coltivazione idroponico (particolare tecnica di coltivazione fuori suolo), in grado di offrire agli anziani che vi alloggeranno la possibilità di coltivare frutta e verdura necessari al proprio sostentamento, e di vendere la parte in esubero.
Intorno alla costruzione, a basso impatto ambientale, con sistemi di raccolta piovana, impianti solari e arredamenti ecosostenibili, nasceranno spazi verdi attrezzati e sul tetto albergherà l'orto. Tutto si muove intorno al ruolo degli anziani, unici incaricati a seguire tutte le fasi di coltivazione, dalla semina al raccolto fino all'imballaggio dei prodotti destinati alla vendita al di fuori della struttura.
Una nuova vita a km 0 per gli anziani in buona salute
Gli agricoltori della terza età avranno piena facoltà di decidere sugli introiti derivanti dalla vendita. C'è chi li impiegherà per le spese sanitarie, di alloggio o come ricompensa per il lavoro svolto. Uno stimolo, una nuova possibilità e una nuova vita a km 0 si prospetta all'orizzonte.
Perché allora non andare oltre i dati statistici, proponendo qualcosa di utile per tutti quegli anziani, in buona salute, costretti a vivere in strutture piatte, tristi, prive di stimoli e di possibilità. Ma se nulla impedisce che nel nostro Paese si possano reimmettere in movimento queste grandiose risorse per la società, regalando la possibilità di riempire spazi vuoti, causa di declino delle capacità cognitive, perché non provarci?
L'invecchiamento non può e non deve essere sinonimo di perdita di competenze e di ruolo. Vissuto come spazio nel quale si ha più tempo per esercitare una funzione, meglio se utile per se stessi e per gli altri, lontano dalla frustrazione e dall'insuccesso, è un'esperienza utilissima all'intera società, di cui andare fieri e orgogliosi.
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