Referendum sulle trivelle: salviamo il pianeta
Il 17 aprile si vota per il referendum sulle trivelle. In cosa consiste precisamente questo referendum? Trivelle sì o trivelle no? Non è solo questa la domanda; il quesito è un po' più complesso.
Il 17 aprile si vota riguardo le trivellazioni, le estrazioni e le ricerche di idrocarburi sotto il livello del mare. Stiamo parlando del mare italiano fino a dodici miglia dalla costa. Ecco quindi su cosa siamo chiamati, nonostante la scarsa propaganda e lo scarso interesse dei media, a votare il 17 aprile.
Trivelle sì o trivelle no?
Diventa tutto molto semplice:
- SÌ se vogliamo abrogare la previsione futura di continuare a cercare ed estrarre petrolio all’interno delle dodici miglia di mare che partono dalla costa italiana. Così facendo, mano a mano, a seconda delle scadenze precedentemente fissate le estrazioni inizieranno a cessare.
- NO se preferiamo continuare a far scavare, cercare, estrarre e rovinare. La conseguenza sarà una sempre maggiore ricerca, un sempre maggiore dispendio di energie per estrarre un’energia che distrugge. Insomma una contraddizione in termini.
Continuiamo a praticare fori sotto acqua e a distruggere ecosistemi. Per cercare energia che rovina. Perchè, nel 2016, con tutte le innovazioni, i metodi, le strategie di risparmio, l’abbattimento dei costi, il ritorno alla tradizione siamo ancora legati a questi metodi bestiali?
Gli interessi della ricchezza distruggono la natura
In questo momento il petriolo è arrivato a costare sempre meno, poche decine di dollari al barile, mentre continuiamo a pagare cara la benzina. Cosa significa questo? Significa che alla base di tutti questi continui buchi nei fondali ci stanno solo ed esclusivamente gli interessi dei potenti. Nessuna convenienza energetica, nessuna funzionalità, niente di niente. Solo fiumi di denaro che spendiamo e palate di soldi sprecati al solo scopo di distruggere la natura e arricchire alcuni.
Continuando a scavare rischiamo, cosa che peraltro è già in corso, di inquinare non solo il mare, ma anche noi stessi. I pesci ormai sono un agglomerato di petrolio, plastica e rifiuti. Senza terra non c’è vita. È tardi per rendersene conto, ma sarebbe giunto il momento di provare almeno a salvare quello che possiamo.
Riaggiustare alcune azioni esageratamente invasive che abbiamo messo in atto fino ad oggi. Ecco per cosa dovremmo tutti andare a votare il 17 aprile. Per dire la nostra sulla salvaguardia del pianeta senza il quale nemmeno noi potremmo esistere. Per dire stop alla ricchezza di pochi a scapito dell’ambiente e delle persone normali. Per comportarci da essere umani.