Ecopelle made in Italy creata dal vino
Gli studi delle fibre vegetali e di nuove possibilità per produrre materiali ecologici dall’effetto simile alla pelle stanno facendo passi da gigante. In un futuro non troppo lontano materiali inquinanti e irrispettosi degli animali come la vera pelle e quella sintetica potrebbero essere definitivamente sostituiti in favore di prodotti ecosostenibili e cruelty free.
Le alternative sono sempre più numerose ed innovative e proprio dall’Italia ne è arrivata una nuova che sembra essere davvero promettente. Si chiama Wineleather e, come suggerisce il nome che le è stato dato, deriva dalla lavorazione degli scarti della produzione del vino, come bucce, semi e raspi d'uva. La vinaccia che fino ad oggi non è stata considerata nient’altro che un rifiuto, si trasforma, quindi, in una preziosa materia prima per la realizzazione di un materiale che potrebbe essere in grado si rivoluzionare il mondo della moda.
Wineleather: la rivoluzione ecologica della pelletteria
L’idea nasce dagli studi condotti dall’azienda milanese Vegea, che si dedica alla progettazione e alla produzione di nuove pelli vegetali. La collaborazione del suo fondatore, l’architetto Gianpiero Tessitore, con centri di ricerca specializzati nello studio delle caratteristiche delle fibre vegetali che le rendono potenzialmente adatte alla trasformazione in materiali ecologici, ha portato alla individuazione delle foglie e dei semi dell’uva come materia prima ideale per creare un materiale 100% naturale in tutto e per tutto simile alla pelle, sia dal punto di vista estetico che della robustezza. Questa nuova Wineleather è bella e resistente e non necessita di sostanze e processi inquinanti per la sua produzione. Né tanto meno del sacrificio di animali.
Il valore aggiunto di questo nuovo materiale risiede nella possibilità di riciclare gli scarti del processo di vinificazione, che ogni anno ammontano a ben 13 milioni di tonnellate, destinate, attraverso il terreno, a raggiungere le falde acquifere. Una tale quantità di vinaccia è in grado di fornire 3 miliardi di metri quadrati di pelle vegetale, una superficie pari a quella di 400 mila campi da calcio. Il tutto senza sprecare nemmeno una goccia d’acqua, o quasi. Un aspetto da non trascurare visto che per ottenere un metro quadrato di pelle animale occorrono ben 240 litri di acqua.
Il progetto italiano vincitore del premio Global Change Award
Wineleather si distingue anche dalle pelli vegan e quelle che vengono impropriamente chiamate ecopelli, in quanto queste sono sintetiche e per la loro realizzazione vengono utilizzati prodotti chimici inquinanti. “Abbiamo creato e brevettato un innovativo processo produttivo che trasforma le fibre e gli oli vegetali presenti nella vinaccia, in un materiale ecologico con le stesse caratteristiche meccaniche, estetiche e sensoriali di una pelle”, spiega Gianpiero Tessitore, “Il risultato è una pelle di grandissima qualità con bassi costi di produzione, adattabile e facilmente lavorabile, tutti plus per chi lavora la pelle”.
A certificare la qualità della pelle vegetale Wineleather è arrivato il 5 aprile il premio del colosso della moda H&M, il Global Change Award, considerato il premio internazionale più importante dell’economia circolare e dell’innovazione nel fashion business. H&M ogni anno sceglie in tutto il mondo cinque business innovativi e rivoluzionari, con una forte potenzialità industriale, nel campo della moda.
L’assegnazione del Global Change Award a Wineleather è un segnale di come l’Italia sia leader nell’innovazione della materia rinnovabile. H&M è un partner globale della Ellen MacArthur Foundation, che ha lo scopo di innovare i processi di produzione industriali con cicli di produzione distretta, dove – come in natura – non esiste alcuna rimanenza o scarto. L’azienda svedese H&M ha recentemente dichiarato l’obiettivo di diventare 100% circolare, impiegando sempre di più materiali come la pelle vegetale Wineleather.