Il vintage incontra Sanremo
La settimana da poco trascorsa ha riempito le nostre case con le note della musica italiana di Sanremo e il grande successo ottenuto da Fabio Fazio e Luciana Littizzetto ha segnato un cambio di registro nell’impostazione del Festival. Soprattutto per lo stile.
Abbandonate le icone di bellezza tradizionali, la Littizzetto ha saputo portare ironia e freschezza sul palco, soprattutto nella quarta serata, dedicata a Sanremo Story.
L’abbiamo amata, odiata, criticata e, alle volte, mal sopportata, ma Luciana Littizzetto – è indiscutibile – ha conquistato le folle di Sanremo, sia quelle presenti al teatro Ariston che quelle davanti agli schermi televisivi. La sua genuinità di donna comune, fuori dagli schemi, ha saputo mettere in discussione anche la presenza statica ed eterea di due bellissime come Bianca Balti e Bar Rafaeli. In particolare, l’autoironia della comica torinese ci ha rapiti durante la quarta serata, dedicata ai grandi successi del passato.
Sanremo Story è stato dedicato al vintage, sapientemente portato in scena da Luciana Littizzetto anche attraverso gli abiti. Protagoniste le mise delle grandi cantanti che hanno calcato le scene dell’Ariston: da Nilla Pizzi a Caterina Caselli. Un tocco di classe e un omaggio, quello fatto dalla Littizzetto, capace di portare questi outfit come una bambolina da vestire e agghindare, senza mai ridicolismi di sorta.
Il vintage è così: prezioso come chi lo indossa. Un abito vintage sa donare valore a molti corpi, come se le nostre forme fossero ricalcate su quelle degli anni ‘70, piuttosto che 80’, ’90, e su tutti quegli stili che ci vengono in mente perché li abbiamo tanto amati. La Littizzetto, indossando abiti di un tempo, ha dimostrato che è una di noi, quando vogliamo sentirci diverse, valorizzate e sogniamo di tramutarci in una delle nostre icone del passato.
Perché, in fondo, ognuna di noi, durante questo Sanremo, è salita sul palco dell’Ariston con la voglia di sognare, scendendo la famosissima scala, e di sentirsi una principessa con le sue forme poco patinate e i suoi difetti troppo spesso accentuati. Luciana ha dato visibilità alla donna comune e ci ha dimostrato che basta un po’ di coraggio, autoironia, semplicità, per sentirci vere e a nostro agio, magari proprio con un capo vintage che punti ai nostri pregi, che sappia farci osare senza apparire fuori luogo.
Dove trovare, dunque, il nostro capo vintage?
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