Io non sono una collezionista... o forse si?
Non sono una che colleziona. Una che accumula qualsiasi cosa si. Ma una che colleziona no. Non lo ho mai capito fino in fondo il collezionismo, cosa spinge una persona a conservare una serie di monete? O tanti gattini di ceramica?
Certo, per chi deve fare un regalo è una gran cosa: toglie dall'impiccio di trovare un regalo sempre originale, una cupola di vetro con dentro un orso intrappolato, una torre pendente sotto una pioggia stroboscopica di paillettes, una calamita per il frigo dal gusto vagamente kitsch...
Mia mamma credo collezioni confezioni di pasta, non vedo altro motivo per cui ne accumula tonnellate dentro gli armadietti. O quello o sa qualcosa che io non so. Tipo che stiamo per entrare in guerra.
Non sono una collezionista ma ci ho provato. Da piccola collezionavo cartoline. Che non era una vera e propria collezione: solo che in estate le cartoline arrivavano e io le chiudevo tutte dentro una vecchia scatola di scarpe decorata. I miei parenti contribuivano, felici di potersi liberare di vecchie cartoline senza incorrere nei fastidiosi sensi di colpa che li avrebbero rincorsi se le avessero gettate in un cestino.
Mi piaceva leggere le dediche: spesso erano banali, c'erano però cartoline che in poche parole racchiudevano veri e propri tesori.
Poi sono cresciuta e ho abbandonato le cartoline per dedicarmi ad una delle collezioni più inutili del creato: le palline della stilografica. Minuscole sferette trasparenti che tenevo chiuse in un'altrettanto piccola scatola di latta a forma di cuore. Le contavo e ricontavo orgogliosa della mia raccolta, ancora oggi sono custodite nel mio vecchio astuccio: sono inutili ma mi spiace buttarle. Praticamente un feticcio.
A pensarci bene forse erano il simbolo di ogni parola scritta, ho buttato quaderni, perso biglietti, abbandonato diari ma loro sono la testimonianza silenziosa di milioni di pensieri affidati alla carta. Adoravo il rumore graffiante della punta della mia stilografica sulla carta. Adoravo le lettere mai uguali che scorrevano fluide... a volte ho la tentazione di comprarne una ancora oggi, chissà che sapore hanno le parole scritte con un pennino invece che con una bic.
Non sono una collezionista, ma ho quasi tutti i libri di Stephen King sulle mensole di casa, solo perché è il mio scrittore preferito mica per altro: io non colleziono nulla. Alcuni li ho comprati anni fa, altri mi sono stati regalati e altri ancora li ho portati via da casa dei miei (tanto a mia mamma serve spazio per la le confezioni d pasta), altri li ho scovati ai mercatini. Un libro usato racconta una storia non scritta, che si legge attraverso le sue pieghe. Io li adoro. Una volta in un libro usato ho trovato una cartolina: forse era destino.
Più che il libro in sè mi piace la conquista. Mi piace cercare, controllare tra le bancarelle o attraverso internet, accendere il computer e capire se nuovi pezzi si uniranno alla mia collezione. Un mio grande alleato? Gli Allert di Mercatopoli, che mi permettono di sedermi e aspettare che i libri usati capitino a tiro. Ma con calma però, che se finisce la ricerca finisce anche tutto il divertimento!
Il collezionismo non fa per me. Però colleziono libri usati. Forse sono una collezionista inconsapevole.