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Da Caserta al Senegal, in aiuto dei bambini

Venerdì 07 Novembre 2014
Stefania D'Elia

Sono le storie belle che ci piace raccontare e grazie ad una collaborazione speciale ne abbiamo una bellissima. Angelica è una persona semplice, potrebbe essere la vicina della porta accanto o la maestra dei nostri bambini ma racchiude in sè un grande cuore: aiuta i bambini del Senegal, piccoli angeli a cui è stato tolto tanto ma che hanno comunque tantissimo da dare.

Vi parliamo di lei e della sua collaborazione con Mercatopoli Caserta.

Raccontaci qualcosa di te e di quello che fai. Lavori per un’associazione? Come siete arrivati alla collaborazione con Mercatopoli?

Io sono una insegnate e scrittrice di libri per bambini, faccio parte di una associazione che si chiama Formazione Solidale. Da sei anni mi occupo di volontariato in Senegal presso un centro di accoglienza, in particolare per i talibè, bambini che, a partire dai 3 anni, vengono affidati ad un precettore coranico, il marabout.

Questi bambini vengono obbligati, in nome di una religione che li vuole umili, obbedienti e temprati alle avversità, ad elemosinare tutto il giorno riso, zucchero e monete da consegnare al loro rientro. Se non svolgono il loro compito subiscono punizioni corporali e psicologiche molto forti.

Vivono in condizioni igieniche spaventose nella daara, la scuola coranica che è spesso ricettacolo di malattie.

Oltre alle carenze materiali, i bambini vivono di privazioni affettive e non andranno mai a scuola; raggiunta la maggiore età migreranno verso l’Europa,troveranno lavori di fortuna o si daranno all'accattonaggio... raramente torneranno dalle loro famiglie. Sono spesso dei fantasmi per l’anagrafe, le cure mediche le ricevono per caso e soltanto grazie all’operato di qualche associazione. Nonostante questo però... loro sorridono e cercano coccole e attenzioni, come tutti i bambini del mondo. Sono felici per una carezza, una canzone stonata, un pezzo di pane, un sorriso, una maglietta del Napoli...

Conoscevi Mercatopoli prima?

No, anche perché prima dell'apertura del loro punto vendita a Caserta non ne avevo uno nelle vicinanze.

La sede di Caserta di Mercatopoli è per me, oltre che un luogo dove trovare oggetti interessanti da acquistare, la "casa" di persone meravigliose e disinteressate: Libera, Antonio e Arianna sono stati da subito, "presi" dai miei racconti e si sono dimostrati desiderosi di fare qualcosa per i miei bimbi senegalesi. Così hanno aderito alla nostra campagna “Adotta un mattone” e ci stanno dando una grossa mano per la costruzione di una scuola in Senegal.

Come funziona? Raccontami il viaggio di un oggetto che Mercatopoli da in beneficenza a voi, quindi dal negozio a chi poi lo riceve.

Io vado in Africa tre, quattro volte all'anno e porto con me soprattutto medicinali, vestiti per i bambini o quanto di volta in volta ci viene richiesto dagli operatori del centro di accoglienza.

Nell'ultimo viaggio a luglio, Mercatopoli mi ha fornito di un considerevole quantitativo di vestiario e di oggetti per i Talibè e per i bimbi albini, altra drammatica realtà della zona in cui operiamo, che vivono ghettizzati e considerati come demoni. Abbiamo potuto portare in particolare cappellini ed occhiali da sole, preziosissimi per la loro pelle delicata, e salviettine imbevute in quanto andavo incontro ad un periodo di totale mancanza dell'acqua e relativa mancanza di igiene.

Quello che Mercatopoli ci dona lo porto personalmente nel centro di accoglienza o presso il villaggio degli albini.

Con chi lavorate? Chi riceve gli oggetti dati in beneficenza?

Attualmente cooperiamo con il Centro di accoglienza Giovanni Quadroni gestito dall'associazione I Bambini di Ornella  nel villaggio di Kelle, a sud di Dakar in Senega. Presso il centro c'è un magazzino e un dispensario dove riponiamo quanto riusciamo a portare anche con la collaborazione di Mercatopoli. I bambini hanno amato particolarmente una loro donazione di libri illustrati per la biblioteca del centro.

Hai qualche aneddoto carino da raccontarci?

Ogni volta che vado in Africa lascio un pezzetto di cuore… non è mal d’Africa è mal d’amore per questi bimbi che non hanno nulla ma che ti accolgono sempre con il sorriso.

Ma, purtroppo ce ne sono alcuni per cui sorridere è davvero difficile, essere bianchi in un mondo di neri, costretti a vivere in un villaggio isolato perché non graditi e l’essere considerati creature del demonio, non aiuta ad avere una visione rosea della vita.

Ma quando a luglio abbiamo portato nel villaggio degli albini i cappellini e gli occhiali da sole che all’ultimo minuto Libera e Antonio mi avevano consegnato per i piccoli che hanno una pelle delicatissima, ho visto i loro volti imbronciati trasformarsi e li ho visti per la prima volta sorridere. Dopo sei anni mi sono ritrovata ancora una volta a piangere per la commozione.

Abbiamo davvero tanto, i nostri bimbi hanno davvero tanto, condividere e cooperare ci aiuta a vivere meglio noi per primi, ci purifica e ci rende migliori.

Angelica




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