Quell'antro oscuro che è l'interno di una macchina
Venerdì 27 Marzo 2015
Considero la macchina come una specie di succursale della mia borsa, con un'unica differenza: nella macchina i bambini riescono a mangiare, nella mia borsa no. Provo una profonda ammirazione per chi riesce a tenere la macchina pulita, una sorta di timore reverenziale nonché una punta di dubbio "ma non hai davvero altro da fare?
Che so... anche leggerti un bel libro!" Per quanto io provi a tenerla pulita (ok, non è che mi sforzo più di tanto, ma ogni tanto un pensiero lo faccio) attualmente si possono trovare, in ordine sparso:
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volantini delle offerte del supermercato che prendo al supermercato con l'idea di consultarle e che poi dimentico li;
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Lettere pubblicitarie, che prendo dalla bussola quando esco di casa e poi archiviate in macchina in quanto "materiale non interessante";
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Penne, che sarebbero utilissime per prendere appunti, non fosse che ogni volta che si prova ad usarne una, è scarica;
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Fazzoletti sporchi, quelli puliti sono finiti.
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Carte di biscotti e merendine, brick di succhi di frutta, bottigliette. Lo so, far mangiare i bambini in macchina è una pessima abitudine che non riusciamo a perdere. Più che altro è comodo, un po' quando sono occupati a mangiare non litigano e la bellezza di un po' di silenzio durante i viaggi in macchina è fin troppo sottovalutata, poi quando escono da scuola hanno fame, tanta fame, soprattutto Gaia che esce dalle elementari con lo stesso appetito di un orso appena uscito dal letargo. Il problema è che è lenta, molto, molto, molto lenta e in inverno spesso piove o è freddo, mica puoi farla mangiare fuori dalla macchina, e poi ci sono le attività pomeridiane a cui abbiamo appena il tempo di arrivare, insomma in macchina da noi, si mangia;
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Quindi si trovano le briciole, tante briciole, troppe briciole, spesso, quando scendiamo, mi domando quanto di un panino sia effettivamente finito nella loro bocca visto che l'aspetto dei sedili dietro e quello che potrebbe avere una panetteria dopo che un'orda di bufali imbizzarriti l'ha attraversata correndo e calpestando tutto il calpestabile.
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Giochi, sorprese degli ovetti, libretti... tutte quelle cose che la mattina quando si esce di casa sembrano indispensabili ma che poi una volta arrivati a scuola "ma no dai mamma, che lo lascio qui, non mi serve".
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Cappelli, maglie, sciarpe, guanti... l'insidia della mezza stagione, si esce di casa la mattina che è inverno pieno, si esce di scuola il pomeriggio che c'è una temperatura quasi estiva, così i cappelli si tolgono, si abbandonano in macchina e la mattina dopo se ne prende uno nuovo dall'armadio.
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Fiori, foglie, sassolini e cortecce, tutti quei meravigliosi regali che i nostri figli raccolgono per noi nel tragitto scuola, macchina (ma come li trovano i fiori su uno stradone??) e che noi regolarmente dimentichiamo in macchina finché non diventano paglia.
Un discorso a parte lo merita il bagagliaio, antro pressoché inesplorato in cui sospettiamo potrebbe annidiarsi indisturbato un cadavere. Nel bagagliaio è possibile trovare:
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45 borse per la spesa, in panno o plastica, non quelle usa e getta,quelle da riutilizzare e che noi dimentichiamo puntualmente in macchina (o a casa) ogni volta che andiamo a fare la spesa.
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Giochi per la sabbiera del parco, fino al 15 gennaio li teniamo per ottimismo "dai che forse fa ancora un'ultima giornata di caldo!" dopo il 15 gennaio è inutile metterli in garage, insomma "ormai siamo ad un passo dalla primavera".
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Ombrellone, comprato perché "magari serve" quando è nata la nostra prima figlia (8 anni a giugno) e mai usato, ma tanto sta in fondo, non disturba nessuno, quindi non ci siamo mai dati la pena di toglierlo.
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Varie ed eventuali a seconda della stagione, del tempo a dispoisizione, delle offerte del supermercato.
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