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La tecnica dei 101 desideri di Igor Sibaldi

Lunedì 20 Aprile 2015
Annalisa Aloisi

Si dice che le cose ti capitino sempre al momento giusto o quando sei in grado di capirle, di viverle o di affrontarle. Tra queste ci sono quelle folgorazioni che per un motivo o per l’altro ti prendono e ti trascinano via.

A me è successo con Igor Sibaldi. Un’amica mi ha chiesto in chat se avessi mai sentito parlare della tecnica dei 101 desideri. Figurarsi, no. Mi ha condiviso il video di Youtube in cui Igor Sibaldi spiegava appunto questa straordinaria tecnica.

Togliamo il fatto che sono rimasta affascinata dal suo modo di parlare, dalla sua ironia, insomma, lui mi piace proprio tanto come persona, certo, almeno nei suoi video, e anche nei suoi libri, che chiaramente poi mi sono comprata. Ma la tecnica in sé è estremamente interessante e mi ha riservato tante sorprese inaspettate.

Serve solo una mentalità aperta, un po’ di curiosità e la forza per lasciar succedere le cose. Ecco in breve qual è la tecnica dei 101 desideri, ma molto in breve, voi poi vedetevi il video che merita!

Si inizia con due quaderni, uno di brutta copia e uno di bella. Il lavoraccio sarà il quaderno di brutta. Qui dovrete scrivere 150 desideri seguendo qualche regola. Ma che ci vuole per scrivere 150 desideri? Io ne ho un sacco da scrivere! Non illudetevi, non è così! Dopo 20 desideri si stende davanti a voi una landa deserta, potreste sentire soffiare il vento e vedere rotolare cespugli secchi. Ma poi ci si ripiglia. Ci vuole qualche settimana, ve lo dico subito, ma non avete idea di quello che scatenerete, delle cose che potranno accadere.

Perché muovere i desideri, la volontà, scatena delle forze potenti dentro e fuori di noi. Chiamiamole pure forze di attrazione o pensiero positivo o come volete.

Ecco le 10 regole per stilare la vostra lista dei desideri

  1. Tutti i desideri devono iniziare con IO VOGLIO. Desiderare non basta, bisogna volere qualcosa per ottenerla.
  2. Non si utilizza la parola NON, Sibaldi spiega molto bene il perché.
  3. Ogni desiderio deve contenere un massimo di 14 parole.
  4. Non chiedete di amare o di fare sesso con persone precise. Ricordate i 3 desideri del genio della lampada? Chiedere di far innamorare qualcuno o di amare qualcuno non è possibile perché si sta agendo sulla volontà altrui.
  5. Non fate paragoni.
  6. Niente desideri seriali. I desideri seriali sono desideri tutti uguali, una vacanza qui, una lì, un’altra all’altro capo del mondo.
  7. Non si possono chiedere soldi. Il denaro è non solo effimero, ma non esiste, è teoria, sono numeri. Desiderate ciò che volete fare con quei soldi.
  8. Non scrivete desideri per altri, solo per se stessi. Ciò che noi vogliamo per gli altri può non coincidere con la loro volontà.
  9. Evitate i diminutivi.
  10. Mettete anche desideri assurdi! Ma assurdi davvero, complicati, specifici. Sfidate il vostro volere!

Ora sembra un po’ meno semplice vero? Quando avete raggiunto questi 150 desideri sul quaderno di brutta sceglietene 101 e ricopiateli sul quaderno di bella, lasciando un bel po’ di spazio tra uno e l’altro. Ogni volta che uno dei 101 desideri si realizza cancellatelo e mettete al suo posto uno dei restanti 49. Ogni giorno, per 365 giorni, rileggete tutti e 101 i desideri, ricordate, ogni giorno, ci vogliono solo pochi minuti.

Ma questi desideri si realizzano davvero? Sembra impossibile vero? Invece succede. E come dice Igor Sibaldi, le prime volte c’è della polverina magica intorno a questi desideri. Si realizzano in modi impensati e attraverso coincidenze che definire significative è riduttivo.

Alcuni prendono questa tecnica come un gioco. E lo è se vogliamo, ma un gioco serio, come quelli che fanno i bambini, i loro giochi sono affari davvero seri. Un gioco in cui scavi dentro di te e scopri dei mondi inesplorati. Scopri di volere delle cose bellissime, inutili, fondamentali, scavi nel tuo io più profondo. Scopri anche che tante di quelle cose che stanno lì nella tua lista sono già pronte. Basta allungare la mano, fare quel passo in più e sono già tue.

Il problema, se così vogliamo chiamarlo, è che noi siamo abituati a desiderare ma consideriamo una colpa il volere. Secoli e secoli di condizionamenti ci hanno insegnato che volere una cosa è peccato, ottenerla poi, ma scherziamo. Perché volere una cosa e poi vedere questo desiderio realizzarsi in modo semplice, come se non avesse aspettato altro che la sua verbalizzazione, può destabilizzare e non poco. Non ci siamo abituati. Subiamo passivamente gli eventi della vita quando in realtà siamo noi a decidere, sempre.

Una frase bellissima di Igor Sibaldi che mi ha colpito è proprio su questo: “Tantissima gente tratta il mondo come un’Esselunga, quindi arriva e sceglie quello che c’è. (…) Una buona parte di persone, quando il volere chiede ‘dove si va?’, ha la risposta pronta che è ‘Qui! Non voglio altro rispetto a quello che c’è qui. Desidero tante cose, ma voglio questo’”.







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