Natale in Cina: la festa deve ancora finire
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Natale in Cina: la festa deve ancora finire

Sabato 02 Gennaio 2016
Valentina Zanoni

Viviamo in un mondo globalizzato che cerca di farsi strada fra novità, tecnologie, modernità e tendenze sempre diverse e stravaganti. Il Natale è agli antipodi, il Natale è la tradizione per eccellenza, il Natale è neve, lana, calore familiare, cibo e dolci della tradizione.

Ora prendiamo il Natale e prendiamo la nostra società, sempre di corsa e sempre alla ricerca del nuovo; in questi ultimi anni l’Europa e l’Occidente in generale si stanno avvicinando sempre di più all’Oriente, alle sue pietanze, alle sue tradizioni ed alle sue usanze.

Il mondo sta diventando davvero mondo, un minestrone di culture differenti ognuna delle quali ha qualcosa da offrire, da ognuna delle quali c’è qualcosa da imparare. Ma non siamo gli unici a cercare qualcosa di nuovo da inserire nella nostra cultura; in Cina infatti, la grande Cina, ricca di tradizioni eterogenee e particolari, da circa dieci anni ha fatto capolino la tradizione Occidentale per eccellenza: il Natale appunto.

Circa l’1% della popolazione cinese è di religione Cristiana e festeggia il Natale anche dal punto di vista religioso, mentre il restante 99% costruisce alberi di plastica, compra regali, veste di rosso e parla di Babbo Natale, ma non conosce il vero significato di questa festa. Eppure, a partire da metà novembre, fino a metà febbraio circa, le strade di Pechino, i centri commerciali e le case sono adornate a festa. Alberi di Natale o "alberi di luce", come li chiamano loro, riempiono gli ambienti più affollati ed è normale incontrare, per strada, ragazze vestite da Babbo Natale e imbattersi nelle tipiche calze da appendere sui camini.

Il Natale in Cina è una moda, un’usanza senza senso eppure, anche se la stragrande maggioranza della popolazione non ne conosce il reale significato religioso e vive un Natale senza Gesù, questa festa ha il potere di procurare gioia, allegria, serenità e voglia di amare e stare in compagnia dei propri cari.

Sono sopratutto le famiglie più ricche a concedersi, come in Occidente, grandi pranzi in famiglia e scambi di doni a partire dal primo mattino del 25 dicembre. Questo sentimento, questa gioia, questi colori infondono pace e perdurano anche oltre il nostro 6 gennaio; infatti lì, il Natale, termina in concomitanza del Capodanno cinese, è solo allora, verso metà febbraio, che tutte le luci si spengono e il profumo di canditi e camino acceso lasciano spazio a qualcosa di diverso e di nuovo.

È bello pensare che nonostante la ricerca spasmodica di novità, nonostante si cerchi di fare sempre un passo più lungo della propria gamba rimangano queste tradizioni e varchino anche il confine, vadano oltre e pervadano le menti e le azioni, le usanze e la storia di Paesi completamente diversi dal nostro. Alla fin fine, non dimentichiamo che tutto il mondo è paese e il Natale è sempre il Natale.




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