Oggi, 20 marzo, equinozio di primavera, è un giorno magico, vediamo perché.
Dal punto di vista astronomico significa che il Sole proietta i propri raggi perpendicolarmente all’asse terrestre e ciò fa sì che illumini la Terra per (quasi) 12 ore in ogni sua parte. Il dì, porzione del giorno illuminata dai raggi solari, ha la stessa durata della notte (da cui il nome, dal latino equi noctis= notte uguale al dì). Da oggi in poi nel nostro emisfero, la durata del giorno prevarrà su quella della notte fino a raggiungere il culmine al solstizio d’estate. Oggi comincia la primavera astronomica.
In astronomia, il fenomeno delle stagioni è dovuto all’inclinazione dell’asse terrestre rispetto all’eclittica e dal moto di rivoluzione della Terra attorno al Sole. Il nostro pianeta, infatti, ruota su sé stesso, intorno ad un asse, e attorno al Sole disegnando un’orbita ellittica e descrivendo un piano (l’eclittica, appunto). Durante questo tragitto si allontana e si avvicina al Sole ed in determinati periodi dell’anno raggiunge dei punti fondamentali che segnano l’inizio di ciascuna stagione.
Dal punto di vista temporale, è il primo giorno di primavera, la stagione della rinascita, associata spesso in molte culture con simboli di vita, resurrezione, cambiamento, fertilità, nuovo inizio.
Che effetto ha tutto questo sugli esseri viventi che popolano il nostro pianeta?
La fine della stagione fredda, la prevalenza delle ore di luce, la temperatura più elevata dell’aria e del suolo, porta al risveglio della natura. Piante e animali hanno passato i mesi invernali al riposo ed al caldo, cercando il più possibile di risparmiare energie e di sopravvivere al gelo. Ora il sangue ricomincia a scorrere nelle vene e la linfa nei vasi, i rami si coprono di gemme e di boccioli, i raggi solari inducono la produzione di clorofilla ed il paesaggio si colora di tutte le tonalità pastello. Il buio cede il passo alla luce, il sole trionfa sull’oscurità e questo porta una gran voglia di vita in tutti, animali e piante. Ovviamente questo si ripercuote anche sull’uomo.
Si sente il bisogno di dare aria alla casa, lasciare che il sole scaldi e disinfetti le nostre stanze, si prova la necessità di scuoterci di dosso la polvere dei mesi in cui ci siamo dovuti barricare dentro le mura domestiche per difenderci dalle temperature rigide, dall’umidità e dal vento. Sono giorni in cui si sente il bisogno di pulire la casa, rinfrancare l’anima e migliorare l’umore: non a caso di parla in questo periodo di pulizie di primavera.
Questo momento di rinnovato vigore, di pulizia e di rinascita coinvolge il mondo che ci circonda, ma anche il nostro io interiore. E’ un periodo di rinnovamento spirituale, è il momento di spolverare la nostra casa ma anche la nostra psiche e di portare equilibrio nella nostra vita. Tutto questo si rispecchia nei miti che, nella storia, le antiche tradizioni ci tramandano.
Come veniva vissuto dagli antichi popoli questo momento?
Fino dall’antichità le festività della primavera erano legate a divinità che rappresentavano la salvezza: per i persiani era il dio Mithra, per gli egiziani la coppia Osiride e Iride, nei popoli mediterranei vi erano Tammuz, Adone, Cibele, Attis ed infine Gesù.
Tutte queste divinità rappresentano il sole che splende nelle nostre vite e torna a noi per portare salvezza e resurrezione. E’ straordinario vedere come la storia di queste divinità nelle tradizioni e nei miti dei vari popoli fossero così simili le une alle altre: Cibele, dea anatolica creatrice dell’intero universo, era una vergine inviolata e tuttavia madre degli dei. Il mondo ellenico festeggiava le Adonìe, feste della resurrezione del bellissimo dio Adone che, dopo aver dimorato per sei mesi negli inferi, ascendeva in cielo a primavera ricongiungendosi alla dea Ishtar.
Tutti questi miti ci mostrano un parallelismo fra ciò che avviene, astronomicamente parlando, in cielo (la posizione della Terra rispetto al Sole) e ciò che avviene sulla terra (il risveglio della natura) e raccontano in ogni lingua e in ogni religione di un matrimonio fra una divinità maschile (il sole) e una femminile (la terra).
I simboli dell’equinozio.
Simboli che troviamo in tutta l’area del sud europa sono:
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il Sole (spesso simboleggiato con il Triskele);
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la Terra (che spesso viene dipinta come una ciotola che accoglie i semi, simbolo della fertilità vegetale legata a questo periodo dell’anno).
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Ma in moltissimi popoli troviamo anche una lepre.
Si dice infatti che i disegni sulla superficie della luna piena (che appare particolarmente nitida e limpida in questo periodo) raffigurino una lepre. Troviamo tracce della “lepre nella luna” nel folclore di molti popoli: cinesi, europei, africani e indiani.
In una leggenda buddhista si racconta di come una lepre si fosse sacrificata per nutrire il Buddha affamato, saltando spontaneamente nel fuoco e di come il Buddha, commosso e grato, avesse poi impresso l’immagine dell’animale sulla luna.
Nella tradizione cinese la lepre ha un pestello ed un mortaio con cui prepara un elisir di immortalità mentre gli indiani credevano che la Grande Lepre avesse creato la Terra.
I Britanni raffiguravano delle lepri accanto a divinità della luna e della caccia.
In Norvegia le divinità lunari sono accompagnate da una corte di lepri che sorreggono delle lanterne.
La nordica dea Eostre (dea dell’Est, simile a Venere, Afrodite e Ishtar che presiedeva ai culti legati al sopraggiungere della primavera e alla fertilità dei campi) veniva raffigurata con la testa di lepre.
La lepre di Eostre deponeva l’uovo della nuova vita per annunciare la rinascita dell’anno, ha dato origine al termine Easter (=Pasqua) e alla figura del coniglio pasquale che porta in dono le uova, altro simbolo di fertilità e di nascita.
Uno dei rituali pagani di questo periodo dell’anno, infatti, prevedeva di scambiarsi uova sacre sotto l’albero sacro del villaggio e l’uovo non è scelto a caso. E’ da sempre un simbolo di vita, di creazione, di nascita. E’ in questo periodo dell’anno infatti in cui gli uccelli tornano dalla migrazione e depongono le uova, per i popoli primitivi le uova ed i semi (presenti abbondantemente in natura, in questi mesi) sono simbolo di nutrimento e sostentamento, dopo la carestia dell’inverno. Secondo molte mitologie, inoltre, la nascita del mondo proviene da un uovo cosmico, un uovo primordiale covato da una grande dea e dischiuso dal dio sole, il primo essere da emergere dal caos, la fonte della vita.
Come molte delle festività pagane anche l’equinozio di primavera è stato assorbito dalla religione cristiana: la prima domenica dopo la prima luna piena che segue l’equinozio si celebra la Pasqua, commemorando la resurrezione di Gesù, il Sole, la Luce, la fonte di vita che porta alla salvezza del suo popolo.
Anche la Pasqua cristiana, dunque, festeggia la resurrezione, la rinascita, il trionfo della luce sulle tenebre, della vita sulla morte. Un tema molto caro ai popoli mediterranei e molto prossimo al ciclo annuale della Terra.