Viaggio in Umbria. 4 giorni tra da Gubbio alle Marmore - parte 2
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Umbria: 4 giorni tra Bevagna e la valle Umbra - 2

Domenica 25 Maggio 2014
Polly Merc

Eccoci dunque al 25 aprile, secondo giorno della nostra breve vacanza nella valle Umbra. Sveglia presto e partenza strategica per raggiungere Assisi prima che sia invasa dai turisti. È difficile trovare giorni di afflusso rallentato in questo magnifico borgo umbro, sia per il suo valore religioso che per quello storico.

In più, essendo il 25 aprile e il weekend della santificazione di Papa Giovanni Paolo II, molto legato a questa città, sono stati davvero tanti i pullman e i turisti da tutto il mondo che abbiamo incrociato, fermi per un giorno nel loro pellegrinaggio verso Roma.

Poco male, comunque, perché Assisi è magica anche per questo. Io c’ero stata, in precedenza, solo un’altra volta, esattamente un mese prima del terremoto. Da allora la città è davvero cambiata e si è fatto proprio un miracolo con la ricostruzione. Assisi, devo ammetterlo, ne ha guadagnato parecchio, specie per i parcheggi creati, che sono andati a sopperire un’esigenza ormai irrinunciabile per la città, così gremita dalle folle.

Quello che vi consiglio, qui, è di non soffermarvi solo sulla basilica. Dedicate anche ad Assisi il tempo che serve, per arrivare sia a visitare le due chiese di San Francesco, ma per concedervi di raggiungere anche la rocca e le piazze minori, tra una chiesa e l’altra, create nei secoli per rispondere a un richiamo religioso certamente fastoso ma mai esagerato. Vi sono luoghi di culto in Italia, che sono stati profondamente traumatizzati dal passaggio dell’uomo, spesso dando la percezione che detti luoghi siano più macchine da soldi che veri centri dello spirito. Anche Assisi, per carità, non esula da questo richiamo economico, ma non lo fa mai pesare e non lo si percepisce mai con quell’invadenza che deriva da altre realtà simili, come ad esempio i luoghi correlati alla figura di Padre Pio.

Ad Assisi abbiamo trascorso un’intera mattinata e il pranzo, lasciandola nel primo pomeriggio per una breve tappa all’Eremo delle Carceri, poco più a nord, luogo mistico sede del monastero in cui san Francesco e i suoi confratelli si ritiravano in preghiera. Il convento è raggiungibile solo con le auto o i taxi. A piedi, ci vogliono quasi due ore, dalla città. Non mancate, se potete, di scoprirne il fascino e di addentrarvi nelle piccole cellette del monastero in cui san Francesco pregava e meditava e dove ricevette anche le stimmate.

Lasciata Assisi è stata la volta di Spello, un altro borgo che ci ha rapito il cuore.

Spello è un complesso medievale che, come Assisi, è stato colpito dal terremoto, ma è risorto e oggi le tracce del tremendo sisma del 1997 sono quasi scomparse, per i turisti che si addentrano tra i suoi vicoli. Spello è un borgo di fiori e di colori. Ogni casa è riccamente adornata coi toni della primavera, in particolare ad aprile e maggio, quando le donne si preparano per l’Infiorata, la grande manifestazione che si svolge nel fine settimana del corpus Domini. I vicoli che risalgono la collina su cui Spello è posta si animano dei colori dei fiori che colmano le strade formando intrichi e disegni, giochi di luce e di profumi, in un crescendo di armonie cromatiche ed elaborazioni fantasiose che attira a Spello, a giugno, migliaia di persone animate dalla volontà di scoprire quali forme e quali note prenderà la città in quell’anno. Ci hanno confermato che vi sono habitué che tornano ogni anno solo per questa importante manifestazione.

Conclusa la visita di Spello siamo tornati a Bevagna, per goderci con un po’ più di calma la meta della nostra vacanza. Bevagna è un borgo meraviglioso, fermo nel tempo grazie alla volontà dei cittadini di mantenere vive le tradizioni di una città di questa tipologia attraverso la riscoperta dei vecchi mestieri. A Bevagna, a giugno, infatti, si svolge una delle rievocazioni più ben congeniate d’Italia, il Mercato delle Gaite, che culmina con il palio in cui appunto le quattro Gaite della città si sfidano per decretare il vincitore per l’anno a venire. La magia delle quattro zone di Bevagna è quella di ricreare i mestieri di una volta, dedicando spazi e laboratori per dimostrazioni pratiche di come si faceva la carta, come si creava la seta, come si coniavano le monete e come si realizzavano le candele. Per grandi e piccini, un’occasione per imparare e non dimenticare una storia e una tradizione che ha fatto parte, nei secoli, di ogni angolo del nostro paese.

La nostra serata si è conclusa con la cena in uno dei locali più citati della città, di cui non faccio il nome. Ammesso che fosse di ottima qualità tutto quello che ci è stato servito, infatti, non ha fatto assolutamente onore all’accoglienza umbra e il servizio ricevuto è stato a dir poco imbarazzante.

La pancia comunque era piena, la giornata felice, e ci siamo preparati con piacere alla giornata successiva.




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