Umbria: 4 giorni tra Bevagna e la valle Umbra - 3
Il 26 aprile è stata una giornata incerta fino all’ultimo. Le previsioni del tempo annunciavano temporali e piogge importanti e non sapevamo davvero se valesse la pena percorrere l’itinerario che ci eravamo proposti.
L’idea era quella di raggiungere le Marmore, per poi risalire verso Spoleto e rientrare nuovamente a Bevagna, un po’ più presto degli altri giorni. Ci siamo quindi diretti a sud, verso il parco nazionale della Cascata delle Marmore, scoprendo cammin facendo che il cielo ci stava graziando e che potevamo prevedere un’escursione sui sentieri che dal belvedere superiore conducono a quello inferiore.
Una nota di merito al parco, davvero, che con 10 euro concede l’accesso per tutto il giorno, fino a sera, all’imbrunire, per godere dello spettacolo di questa cascata anche sul far della sera. La Cascata delle Marmore credo sia unica nel suo genere in Italia e ci ha colpito per la sua storia. L’ingegno dell’uomo è affascinante! Dal belvedere superiore val la pena camminare fin giù, oppure percorrere il percorso al contrario, parcheggiando a valle. Gli scorci che si godono sono meravigliosi, specie se tra le fronde filtra un raggio di sole a illuminare il bagliore della brezza leggera, ma a volte anche invadente che si diffonde dalla mole d’acqua che dalla montagna scende precipitosamente a valle. Chapeaux all’organizzazione, davvero, perché a valle la sorpresa è stata la possibilità, con 1 euro, di tornare al belvedere superiore con il pullman. La giornata si era aperta, nonostante le previsioni era tornato il sole e noi volevamo goderci questo ultimo intero giorno in Umbria.
Seconda tappa, quindi, Spoleto, una meravigliosa bomboniera di questa valle. Non so descrivervi l’emozione nell’aprirsi, davanti ai miei occhi, del Duomo, nella sua meravigliosa essenza, con il suo luminoso mosaico in facciata, dirompente sull’ampia piazza che si scorge in tutta la sua grandezza scendendo una serie di dolci scalini, introduzione onorevole di questa preziosa perla dell’architettura umbra. A Spoleto non c’è il solo Duomo, certo, ma anche la Rocca merita una visita e, soprattutto, vale la camminata il ponte delle Torri, con la sua imponente mole, ancor oggi oggetto delle ricerche architettoniche e ingegneristiche per la sua costruzione e funzione, quale unicum nel suo genere dell’eredità romana del nostro paese.
Lasciata Spoleto, dove abbiamo mangiato in un piccolo fast food degno di nota per i prezzi e la qualità del cibo (lo so, non è cucina tipica umbra, quella di un fast food, ma ogni tanto, in vacanza, ci sta, no?) ci siamo diretti verso Trevi, il paese a chiocciola, un altro borgo medievale a dominare la valle Umbra, cresciuto su un ripido colle e reso interessante da una serie di importanti monumenti e manifestazioni. Trevi è la patria dell’olio umbro. Risalendo la collina si scoprono un’infinità di uliveti e la città è anche sede del museo dell’olio, dove si possono scoprire la cultura contadina e i sapori del territorio.
A Trevi abbiamo trovato una manifestazione dedicata alle birre artigianali e un mercatino dell’hobbistica e del riuso in cui abbiamo fatto incetta di souvenir. I mercatini in queste zone brulicano. Mi sono davvero divertita a girovagare alla scoperta di cimeli, quasi come fossi in una delle mie amate piazze londinesi, ma con addirittura più qualità.
Siamo così rientrati a Bevagna per godere dell’ultima esperienza enogastronomica della vacanza, ma anche quella più degna di nota. Mi soffermo sulla Tavernetta di Porta Guelfa per raccomandare una visita a chiunque passi di qui. Moglie e marito gestiscono un localino di pochi tavoli in cui servono ciò che producono con le loro mani, ripercorrendo quello che i loro nonni e genitori hanno sempre presentato anche sulle loro tavole. Non ci si deve aspettare una cucina d’élite, ma l’accoglienza e i sapori parlano di Umbria e di tradizioni come non lo fanno in nessun altro dei ristoranti che abbiamo visitato. Voto: 10, davvero, per una serata che è stata davvero indimenticabile, complice, forse, anche un bicchiere di buon vino. E qui, con il Sagrantino, la san lunga…