Musei etnografici: viaggio nelle tradizioni dei popoli
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Musei etnografici: un viaggio nelle tradizioni

Sabato 19 Dicembre 2015

Musei etnografici, ne hai mai sentito parlare? In Italia non sono pochi e stanno diventando una meta culturale sempre più richiesta.

George Henri Rivière, studioso francese, disse: “Il museo etnografico è uno specchio in cui una comunità può riconoscersi, leggendo la propria origine, la propria identità, il proprio futuro, ed è lo strumento con cui essa può comprendere i problemi del suo avvenire”.

Cerchiamo di capire prima di tutto il significato della parola etnografico. Deriva da etnografia, che a sua volta proviene dal greco: ethnos (popolo) + grapho (scrivo), quindi letteralmente si tratta della “descrizione del popolo”. Il termine comprare la prima volta nel 1607, quando viene menzionato per designare collezioni di resoconti, e col passare del tempo si trasforma nel metodo per registrare informazioni su diversi popoli.

Fare etnografia dunque significa recarsi tra coloro che si vuole studiare per un certo periodo di tempo, ed utilizzare alcune tecniche di ricerca come l'osservazione o l'intervista allo scopo di collezionare un insieme di dati che rendano possibile la comprensione della cultura in esame. Riti, rituali, cerimonie, norme, valori, credenze, comportamenti, artefatti, sono i principali fenomeni di interesse nel lavoro dell'etnografo.

Riassumendo, i musei etnografici sono quei luoghi che hanno il compito di raccogliere, conservare e valorizzare le testimonianze antropologiche del territorio che rappresenta, creando così un centro di cultura e di ricerca davvero prezioso.

Questo tipo di musei in Italia sono molto più diffusi di quanto si possa pensare e anche molto importanti perché documentano gli aspetti della vita tradizionale nelle varie zone del nostro Paese, con oggetti e ricostruzioni. Ricordare la vita tradizionale oggi nell'era globalizzata di internet è fondamentale infatti per capire le nostre radici e scoprire il nostro passato.

Dove si trovano i principali musei etnografici italiani? In Friuli abbiamo ad esempio il Museo delle arti e tradizioni popolari di Udine ed il Museo carnico della arti popolari di Tolmezzo. Quest'ultimo, attraverso l'esposizione in 30 stanze, illustra con preziose collezioni tutti gli aspetti della vita e delle tradizioni della Carnia dal Trecento all'Ottocento. Notevoli le ricostruzioni degli ambienti: la cucina, il fogolar, il tinello, le camere, le botteghe degli artigiani.

Un altro splendido museo etnografico è quello degli usi e costumi della gente trentina di San Michele all'Adige, fondato nel 1968 e che propone un ricco itinerario su quattro piani: dagli ambienti della casa alle attività in campagna, dalla malga all'apicoltura, dalla tenuta del bosco alla tessitura.

Non si possono non citare fra i grandi musei di questo genere il Museo nazionale delle Arti e tradizioni popolari di Roma, il Museo degli usi e costumi della gente di Romagna, quello etnografico Oliva Carta Cannas di Olbia ed il Museo Ibleo delle Arti e tradizioni popolari di Ragusa.

Purtroppo, aprendo lo sguardo sull'Italia intera, non esiste un repertorio completo dei musei etnografici regione per regione, ma navigando su internet si possono scoprire i siti web di quelli collegati alla rete.

Visitare questi musei per gli adulti significa riscoprire le usanze tipiche di una volta, ciò che i nonni e i bisnonni utilizzavano nella vita quotidiana. Per i bambini invece vuol dire conoscere la storia, scoprire da dove viene il loro attuale modo di vivere. Per una gita diversa dal solito e ricca di emozioni vale davvero la pena visitare questi luoghi ricchi di splendide antichità




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